La quadreria Ruggi d’Aragona

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Il 18 luglio 1870 muore a Salerno il Marchese Giovanni Ruggi d’Aragona esprimendo, nel suo testamento, la volontà di lasciare i suoi quadri con soggetto sacro alla Diocesi di Salerno:

Lego a favore della Chiesa Arcivescovile di Salerno parte della mia quadreria e precisamente  tutti quei quadri che rappresentano efficie di santi, Madonne, e fatti istorici tutti riguardanti la nostra Santa Religione Cattolica Apostolica Romana, i quali dovranno essere messi in mostra nella Segreteria di detta Chiesa e con la indicazione, Legato del Marchese Giovanni Ruggi d’Aragona a prò della Chiesa Arcivescovile di Salerno “.

Non esistendo alcun documento che possa farci comprendere la consistenza di tale lascito, ci tocca fare riferimento a quell’unico e solo elenco pubblicato nel 1929 da mons. Arturo Capone, nel secondo volume del “Duomo di Salerno” in cui indica i 28 dipinti e rispettivi soggetti, conservati nella sacrestia del Duomo. Essi, quindi, sono stati sempre conservati nella sacrestia della cattedrale di S.Matteo, ma quando intorno al 1930 si dette inizio ai lavori di restauro della fabbrica del duomo fu necessario spostare l’intera collezione dalla sacrestia nelle sale di quel Museo Diocesano che mons. Capone, su incarico dell’arcivescovo Monterisi, aveva cominciato ad organizzare, andando così a costituire il nucleo principale della pinacoteca.

Col sisma del 1980 la sede museale e tutti i dipinti vennero, forzatamente, trasferiti presso il complesso dell’ex seminario e da lì, dopo la breve esposizione di solo una piccola parte di essi, trovarono collocazione definitiva nei depositi dell’arcidiocesi.

La collezione, che costituisce il nucleo forte della Pinacoteca Diocesana, mai vista dalla cittadinanza salernitana, si compone quasi esclusivamente di opere del Seicento napoletano con un gran numero di dipinti di cultura naturalistica ed una piccola componente di natura barocca.

Scorrendo le attribuzioni si può cogliere la presenza di artisti del calibro di Filippo Vitale, Francesco Guarino, Massimo Stanzione, Agostino Beltrtano, Andrea Vaccaro, Nicola Vaccaro, Nicola Malinconico. Di certo tra i nomi più significativi ed importanti della pittura napoletana del Seicento.

I soggetti, almeno questi noti, indicano una collezione che si articola in filoni di rappresentazione sacra che abbraccia episodi presenti nella Bibbia come la Storia di Rebecca o di Mosè, prescelti per il loro significato allegorico e morale in una rivisitazione tipologica dei testi sacri. Allo stesso modo sono presenti figure di santi o della vita di Gesù che esprimono un determinato livello di religiosità. In questo contesto però emerge il valore artistico di una collezione che, per gli altissimi livelli delle opere, indica una sua costituzione attraverso gradi di consapevolezza e di conoscenza. Ciò implica il fatto che la raccolta sia il frutto di un collezionismo specialistico coltivato da più generazioni ma sicuramente costituitosi nel corso del XVII secolo in una puntuale sintonia con un gusto in voga fra le nobili famiglie napoletane. E i Ruggi d’Aragona avevano residenza anche a Napoli, capitale del Viceregno spagnolo prima e del Regno borbonico dopo, che frequentavano con assiduità.

Dal punto di vista conservativo i dipinti sono stati sottoposti tutti a restauro; alcuni di essi anche nella sede napoletana di Capodimonte.

La gran parte, però, è stata restaurata dalla Soprintendenza di Salerno in più fasi, a cominciare dalla fine degli anni ottanta. Il primo restauro ha riguardato soprattutto interventi di foderatura e di prima pulitura evitando integrazioni o rimozioni. Il completamento è avvenuto agli inizi del nuovo decennio.

N. Vaccaro, Le nozze di Cana, Salerno, Museo Diocesano.
A. Vaccaro, Maddalena in lacrime, Salerno, Museo Diocesano.
A. Beltrano, Viaggio di Rebecca, Salerno, Museo Diocesano.
F. Guarino, Giuditta e la fantesca, Salerno, Museo Diocesano.
N. Malinconico, Adorazione dei magi, Salerno, Museo Diocesano.
M. Stanzione, Madonna della rosa, Salerno, Museo Diocesano.
F. Vitale, Lot e le figlie, Salerno, Museo Diocesano.

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Cav. Roberto Ruggi d'Aragona

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Questo è il sito internet della nobile, patrizia Famiglia Ruggi d’Aragona di Salerno alla quale Re Federico I d’Aragona concesse il Privilegio di Consanguineità il 3 luglio 1500, rinnovato da Re Filippo II di Spagna nel 1653. Fondarono l’Ospedale di Salerno e condussero e furono responsabili per 5 secoli della Fiera di Salerno.

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